Ripartenze di settembre: cos’è l’effetto “yo-yo” e perchè le diete drastiche sono dannose

Settembre è un pò come capodanno, è un mese di buoni propositi e di inizi, è il mese dell’entusiasmo e della rinascita. È il mese dei fichi, dell’uva, dei funghi porcini e di tanti altri altri alimenti deliziosi che nascono nella stagione in cui il caldo torrido lentamente lascia il posto ad un meraviglioso fresco.

È proprio spinti da questo cambio di temperature che le energie aumentano. Con il corpo, si risveglia anche la mente ed è il momento perfetto per agire, per prendere il controllo e di porsi degli obiettivi realistici.

Purtroppo pero, in molti, spinti da questa ritrovata motivazione, si pongono gli obiettivi sbagliati, completamente fuori asse rispetto a ciò che sono le richieste del proprio corpo. Spopolano quindi le diete detox, i famosi 7 chili persi in 7 giorni, programmi di allenamento improvvisato che promettono miracoli e restituiscono delusioni e così, la famosa motivazione di settembre precede la tristezza di ottobre, novembre e così via.

Non solo seguire regimi drastici oppure sbagliati dal punto di vista funzionale può impedirci di arrivare ad un determinato obiettivo ma può anche allontanarci ancora di più da esso con il frustante effetto “yo-yo”.

Mi spiego meglio: il “set point” è definito come il quantitativo di grasso determinato geneticamente e influenzato dall’ambiente che il nostro corpo ritiene essere corretto per noi. Per abbassarlo ci vuole tempo, costanza, pazienza e sostenibilità ma al contrario, alzarlo è molto facile. Sono le diete rigide, i digiuni e le situazioni di stress ad alzare il set point e quindi ad aumentare la massa grassa (l’esatto opposto di quello che vogliamo nella maggior parte delle situazioni!). Il corpo mette in atto questo meccanismo di difesa quando intuisce che il cibo scarseggia e quindi tenta di proteggersi da possibili carestie.

Per ottenere dei risultati fisici e mentali, c’è bisogno di tempo, di costanza e soprattutto di sostenibilità. La sana alimentazione e uno stile di vita attivo devono accompagnarci sempre, senza incidere mai sulla qualità della nostra vita e sulla nostra felicità.

La sostenibilità di cui parlo infatti, include serate a cena con gli amici e allo stesso tempo moderazione e consapevolezza a tavola, include sana attività fisica con riposi mirati e feste in famiglia in cui non si rinuncia al dolce. Tutto questo è possibile con il tempo e con un’educazione alimentare corretta e duratura che spinga il paziente ad essere costante e soprattutto a non aver bisogno di imporsi regimi di sofferenza e di stress per tutta la vita. Basta imparare dei concetti fondamentali cuciti sulla persona con un percorso insieme e poi l’autogestione verrà da sè.

Lo dico sempre ai miei pazienti: voglio essere l’ultima nutrizionista della vostra vita!